– I consigli della biologa –
Con questo post inauguriamo la rubrica “I consigli della biologa”, una sezione del blog dedicata a consigli, descrizioni, tecniche relative a concimazione, vegetazione, ecc., redatti da una biologa. Buona lettura!
Oggi parliamo di fertilizzanti, cercando di fare chiarezza su cos’è un fertilizzante. Dal punto di vista normativo, la regolamentazione a cui fare riferimento è il Decreto Legislativo 29 aprile 2010 n.75, che, non solo disciplina la materia, ma fornisce la definizione di fertilizzante, discriminando tra concimi ed ammendanti.
In soldoni, un fertilizzante rappresenta per la pianta quello che il cibo è per noi. Sono sostanze che contribuiscono a migliorare la fertilità del terreno o al nutrimento della pianta.
Se noi mettiamo nel piatto quello di cui abbiamo bisogno, le piante lo assorbono dal terreno attraverso l’apparato radicale. Col tempo però questo tende ad impoverirsi risultando scarno delle giuste sostanze di cui la pianta ha bisogno.
Si capisce pertanto l’enorme importanza dei fertilizzanti che permettono di salvaguardare la fertilità del terreno e la conseguente buona crescita della pianta.
Concimi e ammendanti
Per approfondire la definizione di fertilizzante, è opportuno fare una suddivisione. I fertilizzanti, infatti, possono essere suddivisi in concimi e ammendanti. Ancora una volta il Dlgs 75/10 ci viene in aiuto fornendo le definizioni utili a capire di cosa stiamo parlando.
Nel parlare di concimi parliamo di “prodotti la cui funzione principale è fornire elementi nutritivi alle piante” mentre, nel caso degli ammendanti, si fa riferimento “ai materiali da aggiungere al suolo in situ, principalmente per conservarne o migliorarne le caratteristiche fisiche e/o chimiche e/o l’attività biologica”.
Ma quali sono le sostanze che servono alla pianta per cresce e che possono essere date tramite la concimazione?
Sono microelementi, che agiscono in quantità ridottissime (Boro, Zinco, Manganese, Molibdeno e Rame) e macroelementi che rappresentano quelli maggiormente assorbiti (Azoto, Fosforo, Potassio, Calcio , Zolfo, Magnesio e Ferro).
La mancanza di questi nutrienti si traduce in carenze che possono essere osservate sulle foglie più mature se interessano elementi mobili come azoto, potassio e fosforo o sulle foglie giovani se interessano elementi poco mobili come rame, zolfo e ferro.
Il titolo di un concime
Un fattore importante da tenere in considerazione è il titolo. Il titolo di un concime, che deve essere dichiarata dal produttore o distributore, è il contenuto di elementi nutritivi presenti all’interno del concime espresso come percentuale sulla sua massa.
Approfondiremo più avanti l’argomento ma è bene sapere, all’acquisto di un concime quale sia il suo titolo.
I concimi attraverso cui si può agire per fornire alla pianta gli elementi necessari al suo accrescimento ed evitare carenze sono presenti sul mercato sia sotto forma di formulati solidi che liquidi.
Tra le forme solide si annoverano preparazioni polverulenti, granulari e a lento rilascio, tra le formulazioni liquide troviamo invece gas liquefatti, soluzioni e sospensioni.
A proposito dei concimi polverulenti apriamo una piccola parentesi in quanto, per le loro caratteristiche risultano la tipologia di concime meno impiegata: comprendono prodotti con una dimensione <0,5 mm, la sua distribuzione, eseguita tramite l’ausilio di una spanditrice per pulverulenti, risulta difficile, lenta e comporta una gran quantità di materiale sollevato.
Per questi motivi ad oggi hanno diffusione marginale e trovano perlopiù applicazione i concimi solubili usati in fertirrigazione.
Stefania Poletti – Biotecnologa
Ricordiamo che questi articoli vengono realizzati a scopo informativo e non vanno presi come adatti per un utilizzo “fai-da-te” dei prodotti. Appoggiarsi e fare sempre riferimento al vostro agronomo di fiducia.